Nome: Edoardo. Professione: ingegnere di pista.


A tu per tu con Edoardo Fioriti, ex-Allievo del Master in Ingegneria della Moto da Corsa, ora ingegnere di pista nella WorldSSP con il team D34G.

Nome: Edoardo. Professione: ingegnere di pista.

Ingegnere meccatronico, Edoardo Fioriti aveva scelto il Master in Ingegneria della Moto da Corsa per dare seguito a quella che da sempre era la sua passione più grande, le due ruote. “Follow your dreams, they know the way” è il suo motto. E anche grazie al Master, i suoi sogni la strada l’hanno trovata molto in fretta, facendolo diventare ingegnere di pista del team D34G, che partecipa al mondiale WorldSSP con la Ducati Panigale V2.

Edoardo, che responsabilità prevede il tuo lavoro come ingegnere di pista?

Come ingegnere di pista mi occupo, e sono responsabile, del corretto funzionamento della moto e dell’analisi delle sue performance. Per corretto funzionamento intendo la gestione di tutta la parte sensoristica, con cui la moto viene monitorata sia dal punto di vista motoristico che ciclistico. Sono anche responsabile del controllo e della gestione degli pneumatici.

Raccontaci la tua settimana tipo.

Solitamente arrivo in pista insieme al team il mercoledì. Iniziamo subito con il montaggio del box, che sarà di fondamentale importanza per l’organizzazione e il lavoro di tutto il weekend. Nella giornata di giovedì facciamo un giro di pista insieme a capotecnico e pilota. È un momento molto importante in cui studiamo il tracciato e prendiamo appunti per la performance. Dal venerdì inizia il lavoro davanti allo schermo, prima e dopo le prove, per preparare nel migliore dei modi i turni a disposizione che ci prepareranno per le gare.

Chi sono i colleghi con cui ti interfacci di più?

Io lavoro a stretto contatto con il capotecnico. Insieme studiamo i dati e impostiamo la strategia, cercando di soddisfare le richieste del pilota nel più breve tempo possibile. Le nostre scelte le comunichiamo poi ai meccanici, che si preoccupano di eseguire il tutto.

Quali sono le sfide principali associate al tuo ruolo di ingegnere di pista? E come le affronti?

Le sfide sono una parte costante del mio lavoro e in generale, del lavoro in un racing team. Ogni weekend di gara, ogni giorno in pista, è sempre diverso dal precedente. Non abbiamo altra scelta se non quella di fare il massimo per ridurre al minimo i problemi tecnici, ma le insidie fanno parte del gioco.

Che cosa ti piace di più del tuo lavoro?

L’imprevedibilità, sicuramente. E poi il lavoro di squadra, il lottare insieme per un obiettivo comune. Ti fa sentire vivo, quasi non ti fa dormire la notte. Infine, ultima ma non meno importante, la passione. L’elemento che accomuna tutti noi che lavoriamo nel box, e che ti dà quella spinta in più.

Come gestisci la pressione e lo stress durante i weekend di gara, specialmente quando ci sono problemi tecnici da risolvere in poco tempo?

La calma. Sembra assurdo ma è davvero così. È comune farsi prendere dall’adrenalina, dalla fretta di risolvere tutto subito, assecondando i battiti del tuo cuore che continuano ad accelerare. Ma in realtà l’unica cosa che può farti rendere meglio è la tranquillità nel trovare una soluzione. La mente risulterà più lucida nel pensare e nell’agire.

Quali sono le tue strategie per mantenere un buon rapporto con il pilota e il resto del team durante le gare?

Un weekend di gara è sempre lungo e stressante. Il lavoro abbonda, il comfort scarseggia. A volte con il pilota c’è bisogno di essere più amici che colleghi. Capire il suo stato d’animo, i suoi problemi, anche quando capita che il problema sia lui. Per far parte di un team invece servono pazienza e tanto spirito di squadra. Si vive insieme per tutta la settimana lontani da casa, non è una situazione facile da gestire. La serenità all’interno del box è fondamentale per lavorare bene e ottenere i risultati.

In che modo la partecipazione al Master in Ingegneria della Moto da Corsa ha influenzato il tuo percorso professionale e la tua preparazione come ingegnere di pista?

Il Master è stato la mia porta d’ingresso verso questo mondo. Ciò che ho potuto vedere nei vari moduli mi ha permesso di ottenere una panoramica completa e capire ciò di cui effettivamente volevo occuparmi. Ora sto ritrovando tutto ciò che avevo affrontato nel Master, ovviamente all’ennesima potenza. 

Quali consigli daresti agli studenti interessati a intraprendere una carriera simile alla tua?

Siate curiosi, perché la curiosità vi spingerà a fare quel passo in più per arrivare più vicino ai vostri obiettivi. E cercate di allenare la vostra tranquillità. Perché anche se il racing è per definizione un mondo di velocità, per chi, come noi, ha il compito di prendere le giuste decisioni, la fretta è sempre una cattiva consigliera.

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