La moda che verrà


Il 2025 sarà un anno cruciale per la Moda. Scopriamo qual è lo stato di salute del settore, e quali le sfide e le opportunità all’orizzonte.

La moda che verrà

Il 2025 è alle porte, e il settore della moda si prepara ad affrontare un anno cruciale. McKinsey, con il suo consueto The State of Fashion, realizzato in collaborazione con Business of Fashion, ha delineato i trend che guideranno il cambiamento, aiutando aziende e professionisti a orientarsi in uno scenario complesso ma non privo di opportunità.

Dall’ascesa di nuovi mercati all’integrazione dell’Intelligenza Artificiale, fino alla rinnovata centralità del lato umano, questi sono i pilastri su cui la moda costruirà il proprio immediato futuro.

Mercati caldi: India

Il panorama globale del settore moda sta vivendo dinamiche eterogenee. In Europa, si prevede che la diminuzione dell’inflazione e la ripresa del turismo daranno un impulso positivo. Negli Stati Uniti, a fare la differenza sarà la resilienza degli individui ad alto patrimonio netto. In Asia, invece, il quadro appare più complesso. Sebbene la Cina rimanga il centro di gravità della regione, le incertezze legate alla ripresa economica post-pandemia e alle sfide macroeconomiche stanno spingendo i brand a diversificare il focus.

Tra i nuovi protagonisti spicca l’India, con una classe media in rapida espansione, un’economia in crescita e una popolazione giovane e tecnologicamente avanzata. Questo mercato rappresenta una delle opportunità più promettenti per il fashion globale. Anche il Giappone continuerà a rivestire un ruolo strategico, confermandosi un mercato in crescita per il lusso.

Intelligenza Artificiale: impossibile fare senza

Che si tratti di ottimizzare i processi produttivi, prevedere le tendenze o migliorare l’esperienza del cliente, l’AI sta trasformando ogni aspetto del settore, consentendo di analizzare in tempo reale enormi quantità di dati, riducendo i tempi decisionali e ottimizzando l’efficienza operativa.

Un aspetto centrale è il miglioramento dell’esperienza d’acquisto. Con il 74% dei consumatori che abbandona gli acquisti online a causa dell’eccesso di scelta, la cosiddetta “paralisi decisionale” rappresenta una sfida enorme per i retailer. L’AI può offrire soluzioni personalizzate, guidando gli shopper verso decisioni più rapide e consapevoli grazie a contenuti mirati e strategie ottimizzate per la ricerca.

Inoltre, i clienti si aspettano che la tecnologia semplifichi il processo di individuazione dei prodotti, un aspetto sempre più cruciale per mantenere alto il coinvolgimento e aumentare i tassi di conversione. Con una nuova era di scoperta di brand e prodotti all’orizzonte, solo le aziende che investiranno in competenze specializzate e integrazione tecnologica potranno sfruttare appieno questa rivoluzione.

L’importanza del lato umano (nel retail)

Nonostante l’avanzare dell’innovazione tecnologica, il successo nel retail continuerà a dipendere dalla centralità del lato umano. La capacità di costruire relazioni autentiche con i clienti, ascoltarne le esigenze e offrire esperienze personalizzate rimane cruciale per i brand che vogliono distinguersi.

I negozi fisici, in particolare, avranno un ruolo fondamentale nel conquistare la fiducia dei consumatori. Offrire un servizio eccellente, con personale preparato ed empatico, può influenzare positivamente le vendite: il 75% dei clienti è infatti più propenso a spendere di più dopo un’interazione di qualità.

Per riaccendere la domanda di acquisti nei punti vendita, differenziare l’esperienza in negozio sarà la chiave. I brand potranno ottenere questo obiettivo investendo sul proprio personale, dando ai collaboratori la possibilità di raggiungere il loro pieno potenziale. Il personale di vendita, infatti, ha un ruolo centrale e prezioso nel relazionarsi con i clienti. I benefici saranno notevoli, poiché l’esperienza dei clienti e quella dei dipendenti sono strettamente intrecciate: migliorare l’una significa inevitabilmente migliorare anche l’altra.

Occhio ai VIC

Certo, non tutti i clienti sono uguali. I Very Important Client (VIC), o consumatori “Beyond Luxury”, sono gli acquirenti più desiderati da ogni marchio del lusso. A distinguerli è una capacità di acquisto straordinaria: pur rappresentando meno dell’1% della clientela totale, generano il 21% della spesa complessiva del settore, spendendo oltre 200 volte più del consumatore medio. Secondo lo studio True-Luxury Global Consumer Insight realizzato da BCG e Fondazione Altagamma, la loro rilevanza è raddoppiata nell’ultimo decennio, con una spesa annuale personale che supera i 50.000 euro.

Questi clienti non cercano semplicemente prodotti, ma esperienze su misura che riflettano il loro stile di vita. Qualità eccelsa, esclusività e un servizio impeccabile sono requisiti imprescindibili. Sempre più brand stanno investendo in spazi dedicati, trasformando lo shopping in un’esperienza unica e memorabile. Maxi store da oltre mille metri quadrati o interi palazzi in location esclusive sono le nuove vetrine del lusso, progettate per soddisfare i desideri di questa élite di consumatori.

Per i VIC, ogni dettaglio conta: dall’accoglienza al prodotto, tutto deve essere all’altezza delle aspettative più elevate, facendo del lusso non solo un acquisto, ma un vero stile di vita.

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