Con la lezione del docente e campione motocross Roberto Pegoraro, il Master in Ingegneria della Moto da Corsa entra nel vivo
Il comportamento della motocicletta su un rettilineo e in curva, il rapporto con lo pneumatico, le sollecitazioni cui è sottoposta e i diversi assetti in cui è possibile configurarla.
Superato il weekend inaugurale, con la lezione introduttiva di Riccardo Savin sul mondo racing, quella sui regolamenti sportivi del Commissario di Federmoto Francesco Inglese e la testimonianza di Regina Chain, il Master in Ingegneria della Moto da Corsa è entrato nel vivo con la prima lezione del programma didattico. A tenerla è stato Roberto Pegoraro, il docente della Faculty del Master che tra i tanti successi professionali conseguiti vanta anche il titolo di campione italiano.
Quella di Roberto Pegoraro è una storia molto particolare, che si svolge sulle piste di motocross e nei centri di ricerca di punta, prima accademici e poi industriali, del racing motorsport. Pilota del team Honda Martin dal dicembre 2000, si guadagna il privilegio di unire la teoria appresa sui libri alla pratica coltivata sulle piste, seguendo in prima persona lo sviluppo di progetti inerenti la dinamica del motociclo da cross. Nel 2008 diventa campione d’Italia di motocross nella categoria MX1 (l’attuale MXGP), classe regina della specialità.
Dopo due anni presso il Motorcycle Dynamics Research Group dell’Università di Padova, sotto la guida del luminare della dinamica Prof. Vittore Cossalter, entra in Andreani Group, dove riveste il ruolo sia di responsabile dei piloti Öhlins per il mondiale motocross MX1 ed MX2, sia di responsabile dello sviluppo di nuove componentistiche delle sospensioni di moto da cross. A giugno 2012 il passaggio in WP Performance System, in qualità di responsabile dell’area motocross prima, e di direttore di tutto il dipartimento Racing del gruppo poi.
Pegoraro ha aperto la sua lezione con la visione di spettacolari filmati di moto su pista, sfidando gli Allievi su quanti e quali moti e fenomeni riconducibili alla dinamica del veicolo fossero in grado di riconoscere. L’obiettivo, per i nostri aspiranti ingegneri di pista, è fare in modo che al termine di questo modulo non se ne lascino sfuggire neanche uno, e riescano ad analizzare i comportamenti della motocicletta facendo leva su una piena padronanza delle leggi della cinematica.