Dopo più di 300 ore di formazione d’avanguardia, la classe della settima edizione del Master in Ingegneria della Moto da Corsa taglia il traguardo
Li avevamo accolti a ottobre sulla griglia di partenza, motivati e appassionati. Li congediamo oggi dopo sette mesi intensi ed emozionanti, vissuti alla massima velocità.
Per i trentatré ragazzi del Master in Ingegneria della Moto da Corsa la bandiera a scacchi è sventolata sabato scorso, al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. Uno dei luoghi simbolo della cultura meccanica e industriale della MotorValley emiliano-romagnola, una cornice perfetta per celebrare la passione che da sette stagioni contraddistingue questo percorso formativo, unico nel suo genere.
Iniziato con l’energia dei motori rombanti, l’evento finale del Master si è concluso tra numerosi e sentiti applausi, rivolti a una classe di Allievi che in quanto a talento, impegno e partecipazione non è stata seconda a nessuno.
“Quello del bike motorsport è un settore dove tutti vogliono arrivare primi. Voi avete dimostrato di avere tutti i requisiti per trasformare i vostri sogni in realtà” ha affermato in apertura di evento Vilma Febbroni, la direttrice di Professional Datagest, che ha poi ringraziato i ragazzi per la dedizione e l’impegno profusi nel corso di queste settimane.
“Ora viene la parte difficile. Pochi ambiti vedono un livello di competizione più alto del bike motorsport - ha sottolineato Riccardo Savin, Responsabile Dinamica del Veicolo di Ducati Corse e Coordinatore Tecnico del Master - Voi lo potrete approcciare sapendo di disporre del know-how più avanzato e specialistico oggi esistente sulla motocicletta da competizione”.
Dalla dinamica all’elettronica, passando per l’analisi dati su pista e la gestione di un racing team. Nelle oltre 300 ore di formazione, i ragazzi hanno acquisito tutte le competenze necessarie a progettare e a rendere competitiva una moto da corsa. Con le lezioni in aula tenute dai docenti provenienti da scuderie e case costruttrici, ma anche con i momenti formativi nelle aziende e nei luoghi del motorsport: Ducati, Pirelli, Yamaha, Andreani Group e V-system, solo per citarne alcune, fino alla giornata all’Autodromo del Mugello per testarsi nel ruolo dell’ingegnere di pista direttamente nel tempio della velocità su due ruote.
Una corsa che prevede un primo arrivato - quest’anno Marco Radaelli, insignito tra gli applausi dei colleghi con la borsa di studio Varvel da Mauro Cominoli, Direttore Generale dell’azienda meccatronica bolognese - ma della quale possono dirsi tutti vincitori: “Questo Master è ormai parte integrante della MotorValley emiliano-romagnola. Anche i vostri curricula, come quelli di chi vi ha preceduto gli anni passati, saranno oggetto di scrupolose attenzioni da parte dei nostri associati”, ha evidenziato Claudio De Viti, Direttore Settore Moto di Confindustria ANCMA, una delle tre associazioni patrocinanti del Master insieme a Fondazione Marco Simoncelli e FMI - Federazione Motociclistica Italiana.
“La Federazione Motociclistica Italiana persegue in diversi modi il suo obiettivo di tutela e promozione del motociclismo nel nostro paese. Da sette anni supportiamo questo Master, e ad ogni sua edizione questa partnership ci rende più fieri” ha affermato il Consigliere Federale FMI Gian Carlo Cavina.
Il momento istituzionale dell’evento è stato poi seguito dalla tavola rotonda “Le regole del motorsport, tra performance e spettacolo”. Le regole della competizione sportiva e quelle della competizione tecnologica sono stati i temi principali del dibattito, animato dal Direttore regionale Sede RAI per Emilia-Romagna Fabrizio Binacchi e partecipato, oltre ai già citati Savin, De Viti e Cavina, dal Responsabile Innovazione Veicolo di Ducati Pierluigi Zampieri e dalla giovane promessa e talento della scuola Ducati Samuele Cavalieri.
“La prima regola è andare forte - ha dichiarato Cavalieri, che correrà con una wild card nella tappa della World Superbike sul circuito di Misano del prossimo 23 giugno - Ciò detto, il vero professionista è quello che si dota di un metodo per fare la differenza dentro e fuori dalla pista”.
“Le moto non sono come le auto - ha rimarcato Pierluigi Zampieri - Nelle due ruote il pilota ha ancora molta rilevanza, e l’interazione tra uomo e tecnologia è tanto difficile e al tempo stesso affascinante quanto quella tra pilota e ingegnere di pista”.
Una situazione che, come confessato durante la tradizionale consegna dei diplomi, è il sogno nel cassetto di tutti gli Allievi del Master in Ingegneria della Moto da Corsa. Giovani di talento, ad altissimo potenziale, dotati di una passione fortissima. Giovani che ora, al termine di questo splendido viaggio, possono dirigersi verso il proprio sogno più forti e più veloci che mai.